Mercoledì 12 febbraio alle ore 18.00 presso il Ristorante San Mauro alla presenza dello storico Lorenzo Salimbeni la presentazione del volume “Dove l’Italia non potè tornare 1954/2004 di Italo Gabrielli in collaborazione con il Comune di Duino Aurisina, l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e l’Associazione Italo Gabrielli per la valorizzazione del patrimonio culturale dell’Istria Aps
venerdì 31 gennaio 2025
domenica 26 gennaio 2025
IL PROGETTO 1954 SI INTRECCIA CON L'AVVIO DELLA NUOVA EDIZIONE DI DUINOBOOK 2025
Parte da Genova la nuova edizione di DUINOBOOK, il festival del libro e dei luoghi, che giunge quest'anno alla sua dodicesima edizione. L'iniziativa è promossa dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis di Duino Aurisina, con l'obiettivo di celebrare le affinità culturali e ambientali tra Duino Aurisina e Genova. Massimo Romita, presidente del sodalizio, ha recentemente presentato le attività del Gruppo durante un incontro tenutosi nel capoluogo ligure, alla presenza di associazioni e potenziali partner coinvolti nei progetti futuri.
https://www.uwphotographers.org/2012/02/uwp-adriano-morettin.html
La dodicesima edizione di Duino Book, presentata da Romita, si prepara a esplorare la tematica delle "Origini" nel 2025, un tema che si preannuncia ricco di iniziative nazionali e internazionali. Con ben 50 eventi già programmati, il festival mira a immaginare nuove e preziose interazioni con il territorio, facendo emergere le connessioni tra storia, tradizioni e identità culturale. Le origini di un territorio non sono semplici vestigia del passato; esse intrecciano la geografia, le risorse locali, e la memoria collettiva, creando un legame indissolubile tra popolazione e luogo.
Le migrazioni, fenomeno sempre presente nella storia dell'umanità, arricchiscono ulteriormente questo racconto complesso. Chi parte portando con sé i valori originari e chi arriva integrando nuove prospettive creano un dialogo vivace tra culture diverse. Questo intreccio di esperienze permette di riflettere su appartenenza e diversità, ponendo le basi per un confronto fecondo tra tradizione e modernità. Nel corso del tempo, la memoria si sedimenta e si evolve; le tradizioni e la lingua mutano, adattandosi ai cambiamenti demografici, economici e sociali. Raccontare le origini rappresenta quindi una chiave interpretativa fondamentale per la comprensione della nostra identità, così come per la costruzione di un futuro in armonia con la propria storia.
ISONZO SOČA : MEMORIE DEI FRIULANI, STORIE DI UN VIAGGIO VERSO UNA SPERANZA" LE PRIME IMMAGINI DELL'INIZIATIVA CON LE FFF
L'edizione del 2025 si sviluppa su due traiettorie significative: "Storie di Pietre" e "Storie di Vini." La prima, in collaborazione con il Maggio dei Libri e il Ministero della Cultura, propone un programma innovativo che include libri, simposi, conferenze, performance di studenti e mostre. Quest’ultima si concentrerà sulle evoluzioni e novità negli studi relativi al territorio duinate, collaborando con università, ricercatori e gruppi di studio focalizzati su periodi storici cruciali, dalla Preistoria all'Età romana, fino agli eventi della Grande Guerra e all'industria della pietra del XIX secolo. In particolare le attività legate al Museo diffuso delle cave e della Pietra di Aurisina sottolineando l'importanza della pietra sia come materiale di costruzione che come simbolo di identità culturale.
La seconda traiettoria, "Storie di Vini," ospiterà il concorso "Racconti intorno al vino," commemorando la figura di NinoD’Antonio, Accademico, scrittore e Ambasciatore delle Città del Vino. Il filo conduttore del 2025 sarà incentrato sulla migrazione italiana, sia all'interno che all'esterno del paese, evidenziando le storie di italiani che hanno dato vita a aziende vinicole di successo oltre confine. Le migrazioni interne saranno altresì trattate, raccontando come uomini e donne abbiano riprodotto vigneti e cantine, mantenendo vive tradizioni e culture. Questo approccio valorizza le radici culturali italiane, rinforzando il senso di comunità attraverso la condivisione di storie e sapori.
In quest’ottica, si segnala la co-produzione con il Comune di Prepotto per il quinto concorso di racconti inediti ispirati allo Schiopettino, un vino storico di queste terre. Altri concorsi, come il Premio di Poesia e Narrativa "Di viti in vita" e l’iniziativa "Calici d’Autore," testimoniano l'impegno verso la valorizzazione del patrimonio enologico e culturale.
È con la convinzione che solo attraverso un costante accrescimento della rete di collaborazioni si possa sviluppare pienamente il potenziale di progetti così ambiziosi. Le storie, i luoghi e le persone si intrecciano in un’importante iniziativa di divulgazione umanistica, rendendo il festival Duino Book un palcoscenico ideale per riflettere sulle origini e il loro significato profondo nel mondo contemporaneo.
IL PROGRAMMA DEGLI EVENTI DEL PROGETTO "DUINO, TRIESTE 1954" DI FEBBRAIO
Il programma degli eventi di febbraio del progetto "DUINO, TRIESTE 1954"
Prosegue con importanti iniziative
nel mese di febbraio il Progetto “Duino, Trieste 1954” da Duino a Muggia
coordinate dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis con il sostegno della Regione Fvg
sul Bando dedicato a
iniziative culturali legate alle celebrazioni del settantennale del ritorno
della città di Trieste all’Italia.
Lunedì 3 febbraio alle ore 18.00 presso il Centro CommercialeMontedoro Freetime di Muggia, alla presenza delle autorità l’inaugurazione della Mostra “Muggia, Duino, Trieste 1954 – i giornali dell’epoca” con una introduzione storica degli eventi che si susseguirono da ottobre a novembre 1954. La mostra è realizzata con la collaborazione del Comune di Muggia.
http://www.montedoroshoppingcenter
Venerdì 7 febbraio alle ore 18.00 presso il Museo d’arte
moderna “Ugo Cara” a Muggia in concomitanza con la mostra “Città Nascoste – atlante dei campi profughi
di Trieste (1947 – 1975) il primo dei due Concerti commemorativi del
Coro Ana Nino Baldi “Trieste nel mio cuore”.
Lunedì 10 febbraio alle ore 17.00 al Villaggio del Pescatore
(Ts) deposizione
della Corona presso il Monumento dedicato ai Pescatori dell’Istria e a
seguire presso la Sala Parrocchiale vicino alla Chiesa la presentazione del filmato
e del volume “Rotta 230” Ritorno alla Terra dei Padri – Diari di Bordo” in
collaborazione con il Comune di Duino Aurisina, l’Associazione Nazionale Venezia
Giulia e Dalmazia, il Gruppo Speleologico Flondar
Mercoledì 12 febbraio alle ore 17.30 presso lo Spazio Cultura di Borgo San
Mauro – l’inaugurazione dell’estratto della mostra “Istria Ricordi”.
Istria,
ricordi è il progetto di una mostra dedicata alla storia della nascita del
Borgo San Mauro e del Villaggio del Pescatore.
Mercoledì 12 febbraio alle ore
18.00
presso il Ristorante San Mauro alla presenza dello storico Lorenzo Salimbeni la
presentazione del volume “Dove l’Italia non potè tornare 1954/2004 di Italo
Gabrielli in collaborazione con il Comune di Duino Aurisina, l’Associazione
Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e l’Associazione Italo Gabrielli per la valorizzazione
del patrimonio culturale dell’Istria Aps
Gli eventi coordinati dal Gruppo
Ermada Flavio Vidonis con il sostegno della Regione Fvg e il patrocinio del
Comune di Duino Aurisina e il Comune di Muggia vede la collaborazione con
l'Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia, l’Associazione Italo Gabrielli
per la valorizzazione del patrimonio culturale dell’Istria APS, del Comitato 10
Febbraio, del Gruppo Culturale e
Sportivo Ajser 2000, del Comitato di Borgo San Mauro, del Gruppo Speleologico
Flondar, del Lions Club Duino Aurisina.
“Dove l’Italia non potè tornare 1954
– 2024 di Italo Gabrielli
Presentazione della ristampa
dall’originale
Trieste e la Venezia Giulia, liberate nel
novembre 1918 dalla dominazione austro-ungarica, e poi annessi all’Italia,
rimasero effettivamente uniti alla Patria fino all’8 settembre 1943. Subito
dopo per queste terre di confine iniziarono tragiche vicende che gli altri
italiani, coinvolti dalla catastrofe nazionale, non conobbero nella loro
complessità. Governi e mezzi d’informazione stesero un velo di silenzio sugli
eventi giuliano-dalmati del dopoguerra: soprattutto furono ignorati la
continuazione delle persecuzioni jugoslave e gli Accordi ed i Trattati di cui
ben poche clausole erano rispettose dei diritti dei cittadini italiani del
confine orientale. Queste sono state disattese o cancellate da altri Accordi.
Il 26 ottobre 2004 ricorre il 50° anniversario del ritorno dell’Italia a
Trieste.
Dopo mezzo secolo, chi
lo visse ricorda ancora quel giorno in cui le nostre lacrime di gioia per la
fine di un’attesa durata undici lunghi anni si mescolavano con l’abbondante
pioggia, che non ci impediva di applaudire festosamente bersaglieri e marinai
sulle rive, nelle strade e nella Piazza dell’Unità d’Italia. La nostra felicità
era però turbata da altre grosse nubi. Eravamo preoccupa ti per la sorte dell’ultimo
lembo, il territorio Nord-occidentale dell’Istria non annessa alla Jugoslavia
di Tito il 15 settembre 1947.
In quella data, il Trattato di pace aveva
ceduto tutta la Venezia Giulia e cioè gran parte delle Province di Trieste e di
Gorizia, Pola e Fiume con le loro Province, incluse le isole di Cherso e
Lussino, e la città di Zara in Dalmazia. L’Italia perdeva, oltre ai capo
luoghi, le ridenti cittadine di Parenzo, Orsera, Rovigno, Fasana, Valle, Dignano,
Pisino, Montona, Portole, Abbazia, Albona, Fianona, ecc. Erano stati staccati
dall’Italia anche Trieste con il territorio da Duino a Cittanova d’Istria, per
istituire il “Territorio Libero di Trieste” (TLT), che si trovava già diviso in
Zona A, occupata dal Governo militare anglo-americano e Zona B da quello
jugoslavo.
Cinquant’anni fa l’Italia, la Jugoslavia, gli
Stati Uniti e la Gran Bretagna decisero, con il Memorandum d’Intesa di Londra,
di restituire, nemmeno integralmente, la Zona A all’amministrazione italiana,
col ritiro delle truppe allea te, e di trasformare l’occupazione militare della
Zona B in “amministrazione civile” jugoslava. In tale Zona, occupata già dal
maggio 1945, sono situate le ridenti cittadine già indiscutibilmente italiane
di Capodistria, Isola, Pirano, Umago, Cittanova, sulla costa, e nell’interno
Buie.
Il Memorandum definiva tali modifiche come una
“sistemazione pratica”, ma Autorità romane e locali garantirono che si trattava
di una soluzione provvisoria, in attesa dell’immancabile giustizia in un
imprecisato domani. Tutti i giuliani conoscevano allora le violente
persecuzioni alle quali gli jugoslavi avevano già sottoposto i cittadini, sia
dei territori ceduti, sia della Zona B, creandovi un’atmosfera di terrore, e
sapevano come i diritti umani e gli stessi Trattati ed Accordi fossero stati
violati.
La condanna di tale comporta mento jugoslavo,
in un territorio ripetutamente confermato di maggioranza italiana, era stata
registrata per la Storia dalla Dichiarazione Tripartita del 20 marzo 1948. Con
questa gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Francia, proponevano di porre fine
alle persecuzioni, restituendo all’Italia l’intero Territorio Libero. Ma il
Documento restò una buona intenzione e le violenze continuarono.
Non si poteva perciò
illudersi, nel 1954, che l’atmosfera potesse migliorare nella Zona dove
rimaneva la Jugoslavia, sia pure con una “amministrazione civile” e con
l’impegno sottoscritto a rispettare i diritti umani, sotto il controllo
dell’ONU. Il timore di quel 26 ottobre divenne presto realtà.
Ai 300.000 esuli dai territori già ceduti ed a
quelli che già avevano lasciato la Zona B si aggiunse la maggioranza dei suoi
cittadini, che avevano resistito eroicamente per 10 anni. Furono così circa
50.000 gli esuli dalla Zona B, che vennero sventagliati anch’essi in Italia ed in
tutto il mondo. In questo libretto è riassunta molto brevemente la particolare
storia di queste terre, i motivi per cui gli italiani non poterono ritornarvi
né 50 anni fa, né successivamente, per far conoscere i principali eventi come
sono stati sofferti dall’intera popolazione di italiani, ai quali è stato
negato il promesso plebiscito.
I lettori, incontrando un esule istriano,
fiumano o dalmata, capiranno quale sia stato il suo calvario, quanto sopravviva
in lui il dolore per aver lasciato la terra dove sono rimaste le sue radici e
l’amarezza per lo scarso impegno dei Governi a difendere i suoi diritti. Anche
oggi, come cinquant’anni fa, il ricordo gioioso del ritorno dell’Italia a
Trieste è unito alla sofferenza per la perdurante violazione, a danno di tanti
italiani, del diritto di vivere nella propria terra, dove né l’Italia né gli italiani
poterono ritornare
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